martedì 24 luglio 2012

Paris Mon Amour

Palermo, Italia


Rive Gauche, quai des Grands-Augustins, St. Germain. Il mio sogno è un balcone sulla Senna. Sulla Senna dei bouquinistes
e del Pont Neuf. Nella Parigi Bohemienne di Charles Boudelaire. Svegliarmi presto la mattina nel mio monolocale parigino in uno di quei palazzi antichi dei primi del novecento con i balconcini in ferro battuto.
Aprire la finestra tra i tetti con i comignoli e lasciare entrare in casa il profumo dei croissant caldi appena sfornati.
Una chambre de bonne da cui affacciarmi e ammirare la Parigi che amo di più. Intorpidita, al mattino, romantica nella sua penombra. Quando ancora i primi raggi del sole non hanno del tutto illuminato gli Champs-Élysées.
 I nostri sogni sono sempre ambiziosi. Per noi instancabili sognatori i traguardi non sono mai troppo lontani.
La prima volta che, titubante, andai a Parigi con i miei genitori avevo 14 anni.  Prendevo lezioni di chitarra elettrica, non compravo che converse e portavo con nonchalance una frangetta che mi ero tagliata da sola, ancora ignara dei pericoli del giocare a fare la parrucchiera.
Una frangetta alla Jean Seberg in "à bout de souffle", con la sola ed unica, tragica differenza che, su di me, ricordava le pensiline della fermata del bus.
Ci sono voluti sette anni e sette chili in meno per passare da Cobain e Louboutin. Dal dio del grunge al dio delle scarpe.  Ma da quel lontano giorno non ho mai smesso di pensare che un giorno, Parigi, sarebbe stata la mia casa.
Là e non altrove, dove la Senna sembra avere trovato il suo riposo per circa 13 km tra storia e cultura, Impressionisti e Tuileries, entrando a sud est tra Gare de Lyon e Place d'Italie, abbracciando l'
Île de la Cité e l'Île St Louis per passare, poi, davanti alla Tour Eiffel e risalire a nord verso Le Havre.

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